La cattedrale di San Lorenzo

La cattedrale intitolata a S. Lorenzo fu edificata in forme romaniche, tra la fine del XII e il primo decennio del XIII secolo, sul luogo di un’antica pieve le cui notizie risalgono all’VIII secolo. Nel 1181 fu riconosciuta come principale chiesa di Viterbo e della Tuscia da papa Alessandro III (1159- 1181), e qualche anno dopo l(1192) ottenne la concessione ufficiale della cattedra vescovile. Dalla metà del Duecento la cattedrale assunse ancora maggiore rilevanza grazie alla presenza dei papi a Viterbo: al suo interno fu promulgata la scomunica a Corradino di Svevia e qui avvenne l’incoronazione di ben sette papi.

Stile architettonico

La chiesa fu eretta secondo la tipologia basilicale di derivazione romana o cassinense a tre navate, concluse da altrettante absidi; il transetto, sopraelevato e passante, costituisce una peculiarità architettonica. Internamente l’edificio è scandito da due file di colonne decorate da capitelli sui quali si innestano archi a doppia ghiera. I capitelli costituiscono uno dei capolavori della scultura romanica del viterbese e sembrerebbero frutto di una commistione fra maestranze locali e romane. Il campanile fu modificato nel XIV secolo in forme gotico toscane. Il primitivo impianto del duomo fu tuttavia profondamente alterato dagli interventi, intercorsi a più riprese nel tempo, che cancellarono in parte la nitida scansione delle linee romaniche e sostituirono la facciata originaria. Il prospetto attuale è il risultato degli interventi promossi nel 1570 dal cardinal Gambara. Il tetto fu rimesso a punto all’epoca di papa Pio II (1458-1464) mentre le cappelle lungo le mura perimetrali (murate dopo i restauri novecenteschi, sono ancora aperte sono quelle di S. Lucia, dei Ss. Valentino e Ilario e di S. Giuseppe) furono realizzate successivamente.

La Seconda Guerra Mondiale e il restauro

Il duomo fu gravemente danneggiato dai bombardamenti del marzo 1944. Durante i successivi restauri, furono eliminate le sovrastrutture barocche e riportate alla luce le originarie forme romaniche. All’interno il duomo conserva interessanti pitture quali gli affreschi della zona absidale risalenti al tardo Duecento, quelli trecenteschi ancora visibili alla sinistra dell’ingresso e i lacerti che qualificano la parte sopra all’ingresso al battistero. Meritano attenzione anche lo splendido fonte battesimale in marmo di Carrara (realizzato alla fine del Quattrocento da maestro Francesco d’Ancona), il sarcofago di papa Giovanni XXI (1276-1277), unico pontefice portoghese ricordato anche da Dante nel Paradiso, e la pregevole tela dell’altare maggiore con la raffigurazione di S. Lorenzo (oggi occultata dall’abside maggiore, ricostruito nel 1952), realizzata da Giovan Francesco Romanelli nella prima metà del XVIII secolo.